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Avatar, l'effetto 3D
nel western del futuro

di Roberto Faggiano

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11 gennaio 2010

Sono già stati versati fiumi d'inchiostro chimico ed elettronico sull'ultima fatica di James Cameron, quell'Avatar che sta per conquistare tutti premi e i primati in fatto di cinema. Abbiamo assistito all'anteprima italiana, muniti di appositi occhialini Dolby per apprezzare l'effetto 3D della pellicola. La storia in breve ci porta nel 2154, con la Terra che tanto per cambiare è in cerca di risorse energetiche. La migliore sembra un particolare minerale che si trova in abbondanza sul pianeta Pandora. Il problema sono gli abitanti locali, che vivono ancora in perfetta simbiosi con la natura, proprio sopra il più ricco giacimento del pianeta. Per farli sloggiare gli umani creano in laboratorio degli Avatar, cioè delle creature del tutto simili agli indigeni, nelle quali inserire esperti marines, con lo scopo di infiltrarsi tra i nativi. Uno di questi però durante la missione si innamora della figlia del capo indigeno e decide di passare dall'altra parte. Dopo qualche avventura si giunge allo scontro finale, dove i cattivi terrestri dovranno vedersela con tutte le creature di Pandora e ne usciranno sconfitti. A tratti sembra di vedere uno di quei western anni Settanta, i primi dove gli indiani erano i buoni e i visi pallidi i cattivi. Il punto di forza del film è però nella sua realizzazione, con effetti speciali che non sembrano affatto tali. La ricerca dell'effetto speciale fine a se stesso è assente da questa pellicola, dove invece si apprezza la massima naturalezza delle ricostruzioni al computer dei personaggi. Movimenti e scene di battaglia hanno davvero poco di artificioso grazie alla massima sofisticazione delle riprese. Assente l'effetto videogioco nonostante alcuni oggetti di guerra sembrino venire proprio da quel mondo. Degni della migliore fantasia gli aspetti naturalistici del film, con fiori e alberi dalle fogge più stravaganti, meno originali gli animali terrestri e volanti, che spesso sembrano chiesti in prestito da Jurassic Park. L'uso della tecnologia 3D non è fondamentale per la pellicola, ma di sicuro aggiunge qualità alla visione perché tutto il film è stato concepito e realizzato per questa tecnologia. Anche in questo caso però i momenti creati per lo stupore del pubblico fine a se stesso sono pochi, anzi dopo qualche minuto ci si dimentica di stare guardando il film attraverso gli occhialini. E bisogna dire che nonostante i 160 minuti di spettacolo non si ha nessun fastidio alla vista o alla testa. Molto buona anche la colonna sonora, precisa nella collocazione dei personaggi nei diversi ambienti e situazioni; ottima la dinamica e grande naturalezza anche nei più spietati combattimenti. Quindi lo spettacolo vale il biglietto, le proiezioni cominciano il 15 gennaio. Importante scegliere una sala cinematografica tecnologicamente aggiornata con le migliori soluzioni per audio e schermo, meglio se in una poltrona centrale e non troppo arretrata.

11 gennaio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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